Modena: Per creare lavoro, iniziare subito i cantieri sull’A22. Stampa
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ModenaNews - Cronaca
Scritto da Il Consigliere regionale Dott. Fabio Filippi   
Martedì 05 Agosto 2014 07:50

Modena: Per creare lavoro, iniziare subito i cantieri sull’A22.

La situazione economica della Provincia di Reggio Emilia, della nostra regione e dell’Italia è oggi di estrema gravità,  e purtroppo non si vedono segni palesi di miglioramento.
Il problema LAVORO è sempre più drammatico, con i noti livelli di disoccupazione e inoccupazione. Una situazione veramente difficile che richiederebbe di concentrare ogni risorsa disponibile ed ogni sforzo per creare occupazione anche attraverso la realizzazione di opere di pubblica utilità.
I vincoli europei e quelli legati al patto di stabilità impediscono l’utilizzo di risorse  presenti in cassa ma non utilizzabili. In questo groviglio di vincoli, vi sono però degli atteggiamenti e delle normative che impediscono, sembra quasi per cattiva volontà, di utilizzare anche risorse non pubbliche già disponibili. Un esempio clamoroso di questa situazione è rappresentato dalle opere già progettate dell’autostrada del Brennero.  Come è noto A22 è una solida autostrada italiana che collega la pianura Padana all’Austria e alla Germania. È partecipata dai nostri Enti territoriali, anche se improvvidamente alcuni di questi, all’inizio degli anni 2000, hanno preferito fare cassa e cedere la propria partecipazione. Hanno infatti venduto le loro quote: Camere di Commercio, alcuni Enti locali, il comune di Modena, il comune di Carpi, alcune banche ecc.; tanto che gli Enti emiliani che all’inizio possedevano complessivamente oltre il 15%, ora posseggono meno del 7% di A22.
Eppure la redditività delle partecipazioni negli ultimi dieci anni è continuamente aumentata, ad esempio la provincia di Reggio Emilia che ora vuole vendere la sua partecipazione per sanare i buchi dell’Ente Fiere di Reggio Emilia, incassa per il suo territorio all’incirca 650.000 euro di dividendi all’anno.
A22 ha in programma una serie di opere straordinarie per valenza pubblica e per valore complessivo. Mi pare utile farne un elenco, tralasciando l’importante ruolo nel raddoppio ferroviario attraverso il Brennero, della più grande via di comunicazione transalpina finanziato dall’autostrada medesima.
Sottolineo innanzi tutto i 750 milioni di Euro destinati alla costruzione della terza corsia autostradale da Verona a Modena, opera bloccata da ormai due anni, dopo l’approvazione di tutti i progetti, per pastoie legate al rinnovo della concessione.
Vi è poi la Cispadana - da Reggiolo a Ferrara - che non è mai partita nonostante tutti gli annunci fatti, la sua realizzazione comporta una spesa di  un miliardo e 150 milioni di Euro a carico dell’ATI che ha come maggiore azionista del project financing l’Autobrennero.
Da non dimenticare il raccordo Modena – Sassuolo, già assegnato per la costruzione e la concessione. Il costo del raccordo è di circa 650.000 Euro, per due/terzi a carico dell’ATI che ha come socio di maggioranza assoluta l’ Autobrennero.
E infine, ma non per importanza, la Ferrara – Mare autostradale, opera di cui l’A.T.I. (società partecipata con il 51% da A22) ha già registrato la concessione sia per la gestione, sia per la costruzione per un costo di 560 milioni di Euro.
Insomma, A22, questo grande tesoro, uno dei pochi rimasti pubblici, ha la possibilità di realizzare opere per circa 3 miliardi di Euro, buona parte delle quali riguardano la provincia di Reggio Emilia.
Perché non si riesce a partire con i lavori? O non si vuole iniziare?  Perché si trascura la preparazione dei piani attuativi finanziati da queste ingenti risorse, che non hanno eguali, e che potrebbero essere doppiamente utili in un momento così drammatico? È trascuratezza o è il dominio da parte della burocrazia? C’è qualcosa che non ci risulta chiaro.
Di questa situazione è ben consapevole l’assessore ai trasporti della regione Emilia-Romagna che è stato seduto per anni nel consiglio di amministrazione della società autostradale.
Fabio Filippi

Gent.ma Presidente dell’Assemblea Legislativa Dr. essa Palma Costi

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA


Il sottoscritto, Fabio Filippi, Consigliere regionale di Forza Italia;

Premesso

Che ci troviamo in un momento di grave crisi economica che non vede segni di miglioramento;
Che il problema del lavoro e dell’occupazione è sempre più drammatico, con i noti livelli di disoccupazione e inoccupazione. La situazione è difficile e richiederebbe pertanto di concentrare ogni risorsa disponibile per creare occupazione attraverso opere anche pubbliche importanti e se necessario, provvedimenti legislativi con carattere d’urgenza;

Rilevato

Che l’autostrada del Brennero A22 è partecipata dai nostri Enti territoriali, alcuni dei quali, all’inizio degli anni 2000, hanno ceduto la loro quota passando da una partecipazione complessiva del 15% ad una inferiore al 7%.

Che il tratto emiliano dell’A22 è di circa 30 km su  un totale di 320;

Che l’A22 ha in programma una serie di opere straordinarie per valenza pubblica e per valore complessivo, quali:
-La costruzione della terza corsia autostradale da Verona a Modena, opera a cui sono destinati 750 milioni di Euro e bloccata da ormai due anni, dopo l’approvazione di tutti i progetti, per problemi legati al rinnovo della concessione.
-La realizzazione della Cispadana, mai partita, che comporta una spesa di circa un miliardo 150 milioni di Euro, quasi tutta a carico dell’Ente autostrada.
-La costruzione del raccordo Modena – Sassuolo, del costo di circa 650.000 Euro, anch’essi quasi tutti a carico dell’ Ente autostrada.
-La realizzazione dell’autostrada Ferrara – Mare, opera di cui l’A.T.I. (società capitanata con il 51% da A22) ha già registrato la concessione sia per la gestione, che per la costruzione;
Che A22 ha la possibilità di mettere in costruzione da subito opere per oltre 3 miliardi di Euro che non vanno ad incidere sul patto di stabilità  e che creerebbero migliaia di posti di lavoro reali.

Interroga la Giunta per sapere

I motivi  reali dell’alleggerimento delle partecipazioni da parte degli enti locali emiliani, che hanno perso così il dividendo garantito che ogni anno A 22 stacca generosamente ai suoi soci pubblici;
per quali motivi la provincia di Reggio vuole disinvestire le sue quote di A22 che gli permettono un dividendo garantito di ben 650.000 euro ogni anno;
Se disinvestire pubblico denaro da un ente che dà un dividendo elevato, per passarli nell’ente fiere reggiano sull’orlo del fallimento, sia considerato un buon affare per i cittadini che pagano le tasse.
Fabio Filippi