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IschiaNews - Cronaca
Scritto da Tina Taliercio   
Giovedì 25 Maggio 2006 19:40

Ischia: Ambiente Italia 2006, molti dati negativi e alcuni positivi

Sabato 13 maggio è stato presentato a Roma il rapporto annuale di Legambiente, dal titolo “Ambiente Italia – Dopo Berlusconi, L’Ambiente in 100 numeri”, Edizioni Ambiente.
Il presidente nazionale dell’associazione, Roberto Della Seta, il presidente onorario, Ermete Realacci, il direttore generale Francesco Ferrante ed il curatore Duccio Bianchi hanno introdotto il volume, operando un netto distinguo tra il prima e il dopo Berlusconi e sottolineando come i suoi cinque anni di governo siano stati caratterizzati da una profonda disattenzione nei confronti dell’ambiente generando, tra gli altri scempi, l’ennesimo, ultimo condono edilizio.

Quest’ultimo ci tocca in modo diretto, dopo la drammatica frana del 30 aprile, mettendoci di fronte alle estreme conseguenze delle nostre scelte. Ma in quest’ultimo lustro sono mancate anche politiche forti rivolte alla sostenibilità, che ci hanno visto surclassare da altri Paesi UE sul piano della competitività, che sta diventando sempre più IL PROBLEMA-ITALIA.
Sul piano dei trasporti siamo infatti ancora ostinatamente, anacronisticamente e irresponsabilmente ancorati alla mobilità su gomma (superiore del 60% alla Germania e del 31% alla media UE tra i 15 Paesi fondatori), con un sistema ferroviario dalle carenze disastrose; dipendiamo peraltro ancora in modo drammatico dal petrolio e dal carbone, senza prestare la dovuta attenzione alle energie alternative.
Ma cerchiamo di analizzare brevemente alcuni di questi 100 numeri. Partiamo dal dato che riguarda direttamente la nostra salute: nel 2004 (i dati 2005 non sono ancora disponibili) il 78% delle città italiane ha superato i limiti UE per l’inquinamento da polveri sottili, contro il 53,5% della media europea. È chiaro che le cosiddette “domeniche a piedi” servono a ben poco, come da anni va ripetendo inascoltata Legambiente, perché rappresentano solo un palliativo momentaneo, che serve solo a gettare la cenere sotto il tappeto.
Rispetto alle energie alternative (si legga solare termico e fotovoltaico) il nostro Paese è piacevolmente rimasto alla preistoria, 8 mq di pannelli solari per 1.000 abitanti, contro la media dell’Europa a 15 di 34 mq per 1.000 abitanti. E qui torna in ballo la dipendenza dal carbone, leader incontrastato sulle energie rinnovabili: non a caso le nostre emissioni di anidride carbonica, il gas maggiormente responsabile dell’effetto serra, sono addirittura aumentate dell’11% negli ultimi 14 anni, beffandosi bellamente del Protocollo di Kyoto, secondo cui dovrebbero calare del 6,5% entro il 2012. Nel resto d’Europa tali emissioni sono diminuite dell’1,7%, che non sarà un gran risultato, ma rappresenta in ogni caso un’inversione di tendenza e una volontà politica ad intraprendere una strada più intelligente. E dire che il Protocollo di Kyoto non incarna certo la risoluzione del gigantesco problema inquinamento del pianeta, ma è solo un tentativo ben strutturato di modificare la visione del mondo da parte dell’uomo verso l’ambiente. Tentativo a cui si intende far seguire misure più significative nei prossimi decenni.
Le acque. Anche qui primeggiamo: rispetto al 25% di acque di scarico fuorilegge in UE, in Italia si tocca quota 45%. E ora un dato sulle acque balenabili, che tocca Ischia molto da vicino: nel nostro Paese arriviamo quasi al 30% di acque NON balneabili, contro appena il 7% dell’Europa. Anche l’erosione delle coste fa la sua bella figura, con una percentuale di oltre il 30% di coste colpite (media europea: 20%). E per un Paese che vive anche e soprattutto di turismo, sebbene ormai sceso al quinto posto della classifica mondiale di flussi turistici, laddove non molti anni fa era ai vertici, dati così potentemente negativi hanno sul turista lo stesso effetto di una stufa con 40 gradi all’ombra.
Accanto a questo sfascio di cifre negative, aggiungiamo tuttavia quelle positive (purtroppo inferiori numericamente). Rispetto al 12% di aree protette della media europea, in Italia si arriva al 15%; la coltivazione basata su sistemi biologici è applicata nel nostro Paese in oltre il 6% del territorio (quasi il doppio rispetto all’Europa) e il settore dei prodotti tipici a marchio DOP, IGP e DOC ci vede primeggiare.
Da questa pioggia di dati emerge la realtà controversa e sofferta di un Paese che vive un momento di seria difficoltà, ma che può far leva sul suo multiforme patrimonio, a patto che ciascuno si assuma la responsabilità delle proprie scelte e del proprio operato e si sforzi di acquisire una vera coscienza ambientale. Allo stato attuale questo appare però ancora un traguardo troppo ambizioso per gli italiani, perciò sarebbe importante che il legislatore da un lato introducesse il reato ambientale nel Codice Penale e dall’altro varasse leggi più severe a tutela dell’ambiente, così come ha fatto a livello locale il sindaco Veltroni a Roma riguardo alla quota minima di solare termico e fotovoltaico su tutti i nuovi edifici, siano essi residenziali, terziari o industriali.
A questo scopo Legambiente rivolge al governo Prodi 10 ragionevoli proposte per porre l’ambiente in primo piano nell’agenda politica (intento che sinora è stato in buona parte disatteso dai Verdi):
1. Energie pulite (solare, eolico e tutte le altre fonti ad emissione zero).
2. Efficienza energetica, edilizia e del gas.
3. Riformare la legge Delega (difesa del suolo, rifiuti, acque) e la legge Obiettivo (valutazione dell’utilità e dell’impatto ambientale dei progetti di nuove infrastrutture, priorità al trasporto su ferro, quindi anche metropolitano).
4. Combattere le ecomafie.
5. Mobilità urbana (potenziamento del trasporto collettivo, soprattutto su ferro).
6. PiccolaGrandeItalia. Attuare un sistema di finanziamenti, incentivi, defiscalizzazioni e abbattimento delle barriere… burocratiche per rilanciare i circa 6.000 piccoli comuni, patrimonio indispensabile per uno sviluppo concreto e sostenibile.
7. Bonificare i siti inquinati.
8. Valorizzare e proteggere il patrimonio forestale.
9. Tutelare i fiumi.
10. Investire nella ricerca e nell’innovazione per l’ambiente.

Ultimo aggiornamento Giovedì 25 Aprile 2013 16:31