Paura nel porto di Casamicciola Stampa
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CasamicciolaNews - Trasporti
Scritto da Ida Trofa   
Giovedì 20 Marzo 2008 12:23

Vento forte: la Lora D’Abundo finisce sul Pasqualina Catania e poi contro la banchina

Paura nel Porto di Casamicciola

Ancora un incidente in manovra per i traghetti in servizio nel secondo scalo isolano. È bastata una piccola raffica di vento ad innescare un’ora da panico e fibrillazione.
La grossa nave veloce della Medmar mentre tentava di ormeggiare in banchina si è affiancata alla murate dell’altra nave ferma alle bitte della Traspemar. Difficili e delicate le manovre per disincagliare il traghetto che nel frattempo aveva incrociato le due ancore di prua.

Guadagnato finalmente il centro dell’insenatura si è affiancata alla banchina laterale di ponente dove è rimasta ormeggiata in attesa di riprendere le operazioni. Necessario l’intervento del comandante di Armamento De Angelis che con esperienza ha riportato a terra i tanti passeggeri impietriti dall’inatteso incidente. A soprintendere le operazioni la locale capitaneria di porto. Al termine anche il Turist s’incastra con l’ancora in un corpo morto

È bastato un po’ di vento, una raffica ben assestata ad innescare un ora di panico e fibrillazione nel porto di Casamicciola. Uno scalo da sempre particolarmente soggetto ai venti, vero tormento dei comandanti di linea, specialmente se nuovi e poco avvezzi alla casistica, alle prese con le ristrette dimensioni degli spazi di manovra a fronte d’imbarcazioni di notevoli dimensioni che regolarmente necessiterebbero di ben altri spazi di manovra, senza parlare poi degli innumerevoli corpi morti posti sul fondale. È toccato così questa volta al nuovo comandante della Lora D’Abundo, Scotti, essere protagonista suo malgrado dell’ennesimo incidente verificatosi nel secondo scalo isolano. Qui intorno alle sedici di ieri La Lora D’Abundo partita un’ora prima dal vicino scalo puteolano è finita sul traghetto Pasqualina Catania fermo alle bitte d’angolo. Dopo l’urto rivelatosi provvidenziale al fine di scongiurare incidenti ben più gravi con la nave completamente in balia del vento e con le ancore pruviere incrociatesi, difficili ed articolati sono stati i tentativi di riportare in sicurezza la nave. L’incidente di lieve entità sul piano della quantificazione dei danni ha però gettato nello sconforto e nella paura i tanti passeggeri, oltre un centinaio, imbarcati e già provati dalla navigazione in avverse condizioni meteo marine. Passeggeri spaventati ed impietriti dinanzi alle difficoltà di ormeggiare della nave che dopo l’affiancamento al Pasqualina ha lentamente guadagnato il centro dell’insenatura per poi riportarsi a prua della nave colpita e gettare le cime sulla banchina di levante usualmente non destinata allo scalo. Qui si sono verificati ancora diversi urti tra imbarcazione e banchina e si è reso necessario l’ausilio dell’esperto comandante di armamento De Angelis che con maestria e sangue freddo ha affiancato salendo a bordo il comandante Scotti, riportato la nave in sicurezza sugli ormeggi della banchina commerciale. Valutata la portata del vento e gli spazi di manovra nel porto il De Angelis ha infatti consigliato di effettuare una virata a 360 gradi proprio all’insenatura. La nave è così rientrata sulla consueta rotta ed ha poi ormeggiato con una seconda virata ponendosi tra il Tourist Ferries Boat II ed il Pasqualina. Sconvolti i passeggeri che hanno abbandonato alla chetichella la nave commentando increduli e contrariati l’accaduto. Una vicenda ritenuta orami dai tanti pendolari ed utenti l’ennesimo episodio di una lunga serie. Ancor più contrariati i passeggeri in attesa di partire verso la terraferma, provati dal freddo e dal protrarsi delle operazioni considerando che alle 15.00 dal porto d’Ischia per problemi tecnici è stata cancellata la partenza prevista. La Lora D’Abundo dopo le operazioni di rito e assunte le disposizioni impartite dalla Locale capitaneria intervenuta a soprintendere l’intervento ha ripreso il mare alla volta di Pozzuoli alle 17,30. nel frattempo poco più in là il Tourist in manovra agganciava nell’ancora di prua un corpo morto che le impediva riuscire dallo scalo. Necessari l’intervento degli ormeggiatori che dalla lancia consentivano il disincaglio e la partenza della nave. Inutile ripetere la necessità di rivedere l’attuale operatività e promiscuità degli scali isolani dove si registra la media più alta di sinistri marini di tutta Italia e dove ad intervenire non sono solo cause di carattere climatico.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 11 Marzo 2009 19:05