Modena: Sanità, Contenimento costi non giustifica devoluzione attività sanitarie riservate agli operatori infermieristici a personale non adeguatamente qualificato. Leoni chiede la revoca delibera regionale su “pratiche assistenziali eseguite da personale Stampa
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Scritto da Il Consigliere regionale Dott. Andrea Leoni   
Lunedì 30 Giugno 2014 09:54

Modena: Sanità, Contenimento costi non giustifica devoluzione attività sanitarie riservate agli operatori infermieristici a personale non adeguatamente qualificato. Leoni chiede la revoca delibera regionale su “pratiche assistenziali eseguite da personale laico”

La delibera della Giunta regionale dell'Emilia Romagna relativa alle “Indicazioni sui percorsi relativi alle pratiche assistenziali eseguite da personale laico su pazienti con malattie croniche, rare o con necessità assistenziali complesse”, del 24 febbraio 2014, aprirebbe, secondo il NurSind (il sindacato delle professioni infermieristiche), “possibilità nuove e preoccupanti” rispetto alle “competenze infermieristiche” e al “loro riconoscimento”.
Lo segnala il consigliere Andrea Leoni in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, in cui evidenzia che nella delibera si citerebbero “attività e prestazioni assistenziali la cui competenza dovrebbe essere propria della professione infermieristica”. Sempre secondo questo sindacato, riferisce Leoni, quanto previsto nel documento sarebbe “in contrasto con la normativa nazionale che definisce l’esercizio della professione infermieristica in quanto le attività indicate negli allegati (per esempio, la gestione dei cateteri venosi e la somministrazione dei farmaci) sono attribuibili al solo personale sanitario”, mentre nel testo sarebbe prevista “la possibilità di far svolgere attività complesse ai pazienti, ai loro familiari o agli assistenti, previa frequenza di un breve corso di formazione istituitoad hoc”.
Il consigliere ribadisce inoltre che la “definizione dei contenuti professionali “non risulta essere materia di competenza regionale” e che “le attività indicate, essendo di competenza infermieristica, richiedono una valutazione professionale per l’attribuzione caso per caso al personale di supporto o ai caregiver”.
“Ragioni di inefficienza organizzativa, di contenimento dei costi o di mancanza di strutture assistenziali idonee - scrive Leoni - non possono giustificare la devoluzione di attività sanitarie riservate agli operatori infermieristici a personale non adeguatamente qualificato”.
Servono quindi, a parere del consigliere, “un approfondimento della delicata questione e una maggiore chiarezza”, per cui chiede alla Giunta di revocare la delibera e di aprire un tavolo di confronto, alla presenza anche dei rappresentanti delle professioni coinvolte, al ministero della Salute per meglio definire questa complessa materia.
Di seguito il testo dell'interrogazione presentata alla Regione Emilia Romagna
Bologna, 30 giugno 2014
Al Presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

Il sottoscritto Andrea Leoni, Consigliere regionale,

in merito

- alla delibera della Giunta regionale dell'Emilia Romagna n. 220 del 24 febbraio 2014 avente ad oggetto “Indicazioni sui percorsi relativi alle pratiche assistenziali eseguite da personale laico su pazienti con malattie croniche, rare o con necessità assistenziali complesse”;

considerato
- che secondo il NurSind (il Sindacato delle Professioni Infermieristiche) il provvedimento in realtà apre possibilità nuove e preoccupanti in merito alle competenze infermieristiche ed al loro riconoscimento;
- che sempre secondo il Sindacato delle Professioni Infermieristiche nella delibera si citano attività e prestazioni assistenziali la cui competenza dovrebbe essere propria della professione infermieristica;
- che sempre secondo il Sindacato delle Professioni Infermieristiche quanto approvato dalla delibera sarebbe in contrasto con la normativa nazionale che definisce l’esercizio della professione infermieristica in quanto le attività indicate (per es. gestione cateteri venosi e somministrazione dei farmaci) negli allegati sono attribuibili al solo personale sanitario;
- che per il NurSid in questo modo si prevederebbe la possibilità di far svolgere attività complesse ai pazienti, ai loro familiari o agli assistenti, previa frequenza di un breve corso di formazione (una ventina di ore in tutto, tra teoria e pratica) istituito ad hoc;

visto
- che non risulta essere materia di competenza regionale la definizione dei contenuti professionali;
- che le attività indicate essendo di competenza infermieristica richiedono una valutazione professionale per l’attribuzione caso per caso al personale di supporto o ai caregiver;

valutato
- che ragioni di inefficienza organizzativa, di contenimento dei costi o di mancanza di strutture assistenziali idonee non possono giustificare la devoluzione a personale non adeguatamente qualificato attività sanitarie riservate agli operatori infermieristici;

ritenuto
quindi necessario un approfondimento della delicata questione e una maggiore chiarezza nei confronti dei professionisti esercenti la professione infermieristica e dei cittadini/utenti;

INTERROGA


la Giunta regionale per sapere:
alla luce di quanto riportato se non ritenga revocare la delibera in oggetto e vista la materia se non sia più opportuno aprire un tavolo di confronto, alla presenza anche dei rappresentanti delle professioni coinvolte, presso il Ministero della salute per meglio definire la complessa e delicata materia.
Andrea Leoni