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ItaliaNews - Trasporti
Scritto da Nicola Lamonica   
Martedì 24 Giugno 2014 09:11

Ischia: In riferimento alla vicenda Morace ...

attribuire la responsabilità della bocciatura dell’assegnazione delle linee al solo concorrente Lauro è limitativo e fuorviante
La vicenda legata all’iniziativa di Vittorio Morace -- l’armatore napoletano che si è visto negare in queste ore da parte della Regione l’assegnazioni di una decina di linee residuali sulle tratte Forio-Napoli ed Ischia-Napoli -- non ci coglie di sorpresa nelle sue prevedibili conclusioni; essa dà ulteriore forza alla nostra linea politica, ai nostri convincimenti ed alle strategie che l’Autmare ha messo in campo fin dalle sue origini che in particolare rievocano le assegnazioni delle linee marittime tramite i famigerati  “ atti di sottomissione “ a stretto ridosso della legge quadro 3/2002 ed il varo del Regolamento per i servizi residuali del 2003. La verità è che un sistema chiuso di prestazione di servizi e di affari si è voluto costituire nel settore dei trasporti marittimi del Golfo di Napoli per precise scelte politiche regionali, in un continuum tra centro sinistra e centrodestra; un sistema che nega il libero confronto commerciale e crea danni al diritto alla mobilità ed alla continuità territoriale che la legge 169/75 ha sancito. Un sistema di pesanti distorsioni della norma che oggi rende alcuni operatori dei privilegiati - in quanto ancora privi di una loro legittimazione che, ai sensi della legge 3/2002, può venire solo da gare vinte – e che determina un contesto di autoconservazione, che non tollera intrusioni; che nulla cede a chi viene da fuori. Un sistema che ruota solo intorno agl’interessi dell’ACAP su cui ancora non è giunta la mannaia della politica e dell’Antitrust.
Che ci siano costituzioni d’intese armatoriali e condizioni di monopoli e di restrizione del libero mercato non ci sono dubbi;  lo si desume anche dai continui atti ed interventi prodotti dal Garante della Concorrenza fin dall’inizio del secolo. Ci troviamo di fronte  ad un Garante che recentemente, nel marzo 2104, è stato costretto a ritornare su una sua vecchia decisione che pensava conclusiva riaprendo il procedimento I689 - avviato nel 2008 e chiuso “ senza accertare l’infrazione” - ed estendendolo territorialmente (sulle rotte pontine ed eoliche ) e a nuovi soggetti armatoriali; tra di essi compare l’ACAP, quell’aggregazione armatoriale che è bene ricordare ebbe origine a stretto ridosso della “ garetta”  regionale del febbraio 2007 per i servizi notturni e che ha come obiettivo fondante la salvaguardia del interessi dei singoli associati.
L’offerta di servizi aggiuntivi da parte dell’armatore Vittorio Morace, ben lungi dal risolvere tutte la problematica e le aspettative di Autmare, viene comunque valutata positivamente poiché ha un in sé un segno di positività: quello di smuovere le acque stagnati e putride in cui si è giunti in Campania nel settore dei trasporti marittimi. Essa romperebbe equilibri consolidati, almeno sui residuali veloci, ed imporrebbe comportamenti di libera concorrenza con benefici sulla qualità, sui tempi di percorrenza ed anche  sul piano tariffario se per i residenti ed i pendolari la Regione venisse nella decisione di estendere e di imporre il trattamento riservato ai servizi OSP, contro gli attuali 07.80 euro oggi praticati da Alilauro. Un primo passo nella direzione giusta!
Ma, al di là del caso Morace - che, a mio avviso, fa male ad attribuire la responsabilità del diniego al solo concorrente Lauro - l’amaro che si registra è che le politiche finora praticate dalla Giunta regionale, penalizzanti e restrittive nella  concorrenza e di negazione del diritto di cittadinanza, hanno il sostegno delle istituzioni locali e di chi  siede negli scranni regionali. Si ha la netta sensazione che la tematica sia, oggi e più di ieri, oggetto di scambio politico tra diversi soggetti in gioco: singoli consiglieri, gruppi politici, enti e soggetti terzi. Una situazione che pesa enormemente al negativo sugli sviluppi per un percorso innovativo nel settore e che innesca solo meccanismi poco virtuosi che forse avrebbero bisogno di un’indagine puntuale anche in altre sedi.
Nicola Lamonica