Ischia: Ore 20.30 “Odissea nel porto d’Ischia”. Stampa
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IschiaNews - Trasporti
Scritto da Ida Trofa   
Lunedì 02 Giugno 2008 16:37

Ischia: Ore 20.30 “Odissea nel porto d’Ischia”.

Sciroccata serale thrilling

Traghetto costretto a riprendere il mare dalle forti raffiche di scirocco. L’ammiraglia della flotta Medmar dopo essere entrata in porto ha rischiato di finire sulle imbarcazioni da diporto ormeggiate ai pontili di Marina di Porto Salvo. Bloccati all’esterno dello scalo altri due mezzi di linea. Erano da poco passate le venti di mercoledì, quando giunta sull’allineamento d’entrata al Porto d’Ischia, la M/N Lora D’Abundo, proveniente da Napoli Molo Beverello, attraverso la modulazione VHF canale 16, chiedeva alla Capitaneria di Porto l’autorizzazione d’ingresso per l’ormeggio in banchina.

Tutto sembrava essere andato per il meglio, la traversata conclusa senza troppi patemi, nonostante le avverse condizioni meteo marine. Eppure inatteso ed imprevisto il vento di scirocco calava con forti raffiche, mettendo il suo zampino nell’imminente svolgersi degli eventi. L’ammiraglia Medmar una volta iniziata la manovra evolutiva all’interno dello spazio portuale, sotto l’effetto del vento cominciava a traslare in direzione dei pontili galleggianti in uso alla “Marina di Porto Salvo”. Aveva inizio così un quarto d’ora di passione ed apprensione a terra ed in mare. Momenti di panico misti a concitazione per quanti si trovavano a bordo della nave e per quanti tentavano la via di fuga  dalle banchine dell’ormeggio diportistico, unitamente e familiari ed amici che attendevano con trepidazione e timore i propri cari all’arrivo in porto. Anche all’esterno del catino Borbonico la situazione non era certo più rosea, un’altra unità di navigazione, il traghetto Caremar,  Adeona, impegnata per servizio commerciale sulla tratta Napoli -Procida - Ischia, era, infatti, costretto ad attendere alla cappa l’OK, le disposizioni da parte dell’Ufficio Circondariale Marittimo d’Ischia, per l’ultimazione delle operazioni di scalo.
Intanto la Lora D’Abundo, con l’ancora di fonda a penzoloni dalla cubia, rischiava seriamente di urtare un veliero ormeggiato sui pontili galleggianti, mentre qualunque manovra d’assistenza del personale portuale era vana, poiché troppo distante risultava la poppa della nave dalla zona d’ormeggio per poter raggiungerla grazie l’ausilio dei cavi alla lunga. A questo punto in piena emergenza, lo stato maggiore di bordo, a stretto contatto con i sottufficiali di Capitaneria, convenivano di riprendere di nuovo il largo dall’approdo del porto d’Ischia e, nonostante il traghetto, non si trovasse nella esatta posizione d’uscita, azzardavano il ritorno in mare aperto per poter ripetere nuovamente tutto il protocollo d’ingresso, ancoraggio e ormeggio ultimativo. Anche qui il grosso traghetto Medmar si appoggiava alle murate della canaletta costringendo a qualche scossone utile per riprendere le redini della situazione. Nel frattempo da Napoli giungeva per gli arrivi previsti un altro aliscafo di linea Lauro.
Così, mentre la motonave riprendeva acqua, liberando di fatto gli spazi portuali, le unità navali in attesa d’ordini ricevevano la comunicazione per poter entrare ed accedere ai rispettivi terminal d’attracco. Solo dopo una vera e propria odissea e dopo aver di nuovo effettuato tutte le procedure, la motonave Lora D’Abundo è riuscita ad ultimare regolarmente le operazioni commerciali. Insomma un vero e proprio ingorgo portuale che sulle prime aveva fatto temere per il peggio e che infine si è concluso solo con forti ritardi sulle tabelle di marcia e con qualche disagio all’utenza rimasta coinvolta nella singolare disavventura.

Ultimo aggiornamento Giovedì 25 Aprile 2013 14:14