Forio: Autodemolizione con trasferimento in municipio Stampa
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ForioNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Martedì 16 Febbraio 2010 07:48

Forio: Autodemolizione con trasferimento in municipio

La svolta nel caso Lacerra.
In via Baiola tornano gli ordini di demolizione. I cittadini si mobilitano, aiutando Francesco Lacerra a sgomberare casa e portare le sue cose in comune a Forio. Intanto mentre a via Baiola si inizia a demolire autonomamente a casa Impagliazzo tornano le ruspe e a Campagnano si smontano i pollai. I dubbi, le speranze, le promesse e le dichiarazioni di un giorno importantissimo.

Giornata difficile ieri ad Ischia, dove sono tornate le Ruspe di Stato e dove, soprattutto, la gente ha imboccato un nuovo importantissimo percorso: la presa d’atto di una realtà che li ha già travolti da anni senza che loro se ne rendessero conto. La gente, ora, somatizza gli ordini di abbattimento, avversa i continui e perseveranti sotterfugi usati dagli amministratori locali per insabbiare gli incartamenti dei soliti notabili, esponendo per primi i cittadini meno “noti” e più indifesi. Torna prepotente la questione delle liste di demolizione, delle graduatorie e dei metri usati per scegliere chi è il primo a fronte di liste che presentano ben altri ordini. Alla fine si tenta di arginare almeno il fenomeno del “cavallo di ritorno”, pro arricchimento delle ditte vincitrici di gare d’appalto per le demolizioni. La prova di questo complesso ed importantissimo passaggio si è avuto ieri, quando la Famiglia Lacerra, in particolare Francesco Lacerra, padre di una bimba di otto anni e di un’altro in arrivo, proprietario dell’immobile di via Baiola, oggetto dell’ordine di demolizione, previsto per oggi, ha proseguito spedito verso l’autodemolzione. Un autodemolizione già chiesta al dottor De Chiara in persona, Venerdì in procura e da questi accordata verbalmente al Lacerra. Così sin dalle otto del mattino di ieri, scalpello e martello, moto piccone  spesso, badando bene a non inquinare il suolo con l’uso di tendoni isolanti si è dato inizio alla demolizione in proprio dell’abitazione di circa 110mq. Abitazione per la quale la ditta demolitrice aveva presentato un preventivo accolto di oltre 80mila €. In soccorso e sostegno di Chiccone, apparso molto sereno e convinto di dovere ricominciare da queste macerie, di dovere ripartire e trovare nuove forme di lotta, tanti amici, Luigi Monti, il Tappo che ha inviato gratis i suoi operai per dare di piccone e di martello ed i legali di Famiglia Di Scala Maria e Nicolella Nicola. Sono stati portati via, sgomberati tutti gli effetti personali, sistemati in parte da familiari con l’impiego di furgoni messi a disposizione dai tanti volontari accorsi. Sono stati divelti gli infissi. Intanto sotto il comune un presidio di manifestanti ha sostato per tutta la mattinata. Poi intorno alle 18.00, quando ancora l’accoglimento dell’autodemolizione non era stato ufficializzato e l’orecchio era attaccato al telefono per carpire e certezze ed informazioni si è deciso per il previsto atto dimostrativo pressa il municipio di Forio. In mattinata il p.m. De Chiara, il giudice De Chiara hanno inviato più volte i carabinieri, la Polizia, I vigili Urbani per capire cosa stesse accadendo in via Baiola. Il sindaco Regine ha trascorso la mattinata al telefono, ad inviare fax per scongiurare l’arrivo delle ruspe e consentire con l’avvallo dei magistrati una autodemolizione, serena, si fa per dire, almeno di Carnevale. I riscontri sono apparsi positivi, ma senza certezze, la paura che nella notte le ruspe giungessero a casa Lacerra è stata tanta. Polizia Municipale, Carabinieri e funzionari hanno relazionato con foto e scritti i fatti di via Baiola, l’inizio del’autoabbattimento alla procura. Nessuno scontro nessun contrasto con autorità e forze dell’ordine solo un civile dialogo, pacifiche manifestazione volute dai Lacerra per evitare la barbarie vista con il caso di Luigi Impagliazzo poco più su. Terminato lo sgombero e la parziale demolizione dell’immobile oltre un centinaio di persone si sono trasferite al Comune di Forio, occupato con un letto ed alcuni effetti personali. Lo scopo come dice lo striscione esposto al balcone della sala giunta occupata è lottare per il diritto di tutti alla casa. I manifestanti hanno prima occupato l’atrio del chiostro al piano terra e poi si sono introdotti al piano superiore sistemandosi con il letto a due piazze nella sala Giunte dove hanno accolto tutti, discusso sulla delicata questione ischiatana e ricevuto ala stampa accorsa a frotte. Il tutto prima di prepararsi alla prima lunga notte senza la casa li sul municipio di Forio. Il sindaco Regine dal canto suo ha fatto sapere di essere vicino, dietro seguendola al passo, alla famiglia Lacerra, purtroppo non c’è stato nulla da fare. Comunque lui non sgombererà mai dal Comune Francesco e la sua famiglia.

Tornano le ruspe a Casa impagliazzo

Dopo settimane di inattività, con il solo presidio della Polizia, in via Montecito son tornati i demolitori, armati di furgone speedy a noleggio e di flex hanno cominciato ha tirar fuori il ferro dalle macerie per differenziare i rifiuti da portare allo sfratto. Sotto l’occhio vigile dei familiari la ditta ha operato dalle 10.00 di ieri sino al tardo pomeriggio. Insomma giornata all’insegna delle demolizioni sull’intero territorio isolano. Ad Ischia con l’abbattimento voluto dal comune per i capannoni del pollaio di Campagnano, a Casamicciola con il ritorno a casa Impagliazzo a Forio con la forte azione di via Baiola.

Le dichiarazioni a casa Lacerra

Luigi Impagliazzo
Anche Ginotto è stato a fianco di Chiccone, tutta la mattina, tutto il pomeriggio e la sera in municipio: “ Non riesco più a dormire. Faccio sempre lo stesso sogno. Ma dico che devo farmi forza. Siamo in una palla e non ci possiamo difendere. Siamo cornuti e mazziati. Però dobbiamo ricominciare, non c’è altra strada. Purtroppo questo è il mondo che abbiamo,anche noi abbiamo la colpa e siamo colpevoli per aver portato queste persone che ora ci abbandonano e ci usano ad amministrare la nostra vita”

Francesco Lacerra

“Che vuoi fare è la vita, ti riserva di tutto. Questa è un’altra esperienza che abbiamo fatto! Chamma fa! Le cose devono andare così. Almeno c’è la salute, dobbiamo andare avanti. Che possiamo fare? Manteniamo la calma, andiamo avanti. So che la casa deve andare giù, ma non voglio che mia mamma e mio padre finiscano al cimitero perché non riescono ad accettare serenamente che tutti i sacrifici vengano distrutti così. Devo soprattutto pensare a loro e a quanti mi stano intorno. Deve andare giù! Non c’è ne rendiamo conto? Dobbiamo farcene una ragione. Troveremo una sistemazione. Se avranno le palle di trovarcela loro, ok, altrimenti faremo da soli- spiega Con pacatezza e commozione Chiccone mentre Mamma Teresa ostenta la sua rabbia dicendo “Tu tien a capa malat! Mo ci vac io andù sinnnc!”- ma Francesco mantiene il sangue freddo riuscendo persino a scherzare su quanti si adoperano per abbattergli la casa come lui ha scelto, senza botte, senza tensione, in serenità e rassegnazione- Venerdì sono stato la in Procura ed ho toccato con mano che i magistrati hanno ragione… hanno ragione. Il marcio è qui ad Ischia. I sindaci contano chiacchiere e credono di fare i furbi della situazione ”

La Sorella di Francesco
“Noi abbiamo le spalle forti, Francesco è coperto, ci siamo noi. Noi non volevamo favori o il male degli altri, volevamo solo che le regole fossero rispettate e che l’ordine della lista di demolizione venisse rispettata! Non abbiamo chiesto niente al sindaco, non lo conosciamo e non ci vogliamo avere a che fare.”

Forze dell’Ordine

“De Chiara ha chiamato per sapere cosa accade. Si sta valutando l’ipotesi di acconsentire all’autodemolizione. 2-3 giorni di tempo. Per demolire ci vuole il permesso a costruire, art6, ma forse è troppo tardi”. Ma la richiesta è stata protocollata, l’iter avviato. Nel frattempo anche D’Alessio ha parlato con il sindaco Regine che ha chiesto che si premesse per l’autodemolizione anche in vista del Carnevale e per motivi di ordine pubblico


Le dichiarazioni in Municipio

Centinai di cittadini con un letto protestano al comune perché non hanno più un tetto, una vita e non sanno dove andare per questo chiedono al sindaco di prendere provvedimenti. Vogliono evitare la guerra scatenata a casa di Luigi, le botte, la violenza e le strumentalizzazioni.

Chiccone

“ E’ una protesta pacifica. Voglio evitare quanto accaduto a casa del mio amico luigi. Però chiedo al sindaco di trovarmi una sistemazione perché non ho dove andare. Perché il sindaco prima di farmi abbattere la casa non mi ha trovato dove andare? Non mi ha trovato una sistemazione? Il Sindaco sapeva che io sarei venuto qua perché non avevo una sistemazione, ma ha fatto finta di nulla. Non ci interessa la violenza, il casino, vogliamo il sacrosanto diritto alla casa e le spiegazioni del Sindaco. Mi ha dato la residenza, ho pagatole tasse e gli oneri di urbanizzazione, ora mi deve aiutare! Chi mi deve difendere? ”

I manifestanti

“Dopo tutta questa pubblicità negativa, questi ordini continui di demolizione come lavoreremo questa estate? Dobbiamo fare la fame?”

Certo una bella riflessione, quest’ultima! chissà come mai a Capri non iniziano con le ruspe di Stato, forse non si vogliono rovinare le vacanze e l reputazione ?

Ultimo aggiornamento Lunedì 01 Ottobre 2012 21:01