Un lucchetto ed una chiave per suggellare un sentimento eterno Stampa
Valutazione attuale: / 0
ScarsoOttimo 
ForioNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Mercoledì 26 Marzo 2008 18:38

Lo sguardo oltre la ringhiera: Il Soccorso come ponte Milvio

Un lucchetto ed una chiave per suggellare un sentimento eterno

Fa tendenza anche ad Ischia l’amore appeso ad un catenaccio. Il luogo più gettonato è il belvedere dietro la chiesa del Soccorso. Qui un lucchetto sul quale sono stati incisi i nomi dei componenti la coppia felice e la relativa chiave gettata in mare riempiono le ringhiere sullo sfondo del magnifico orizzonte. Sempre più diffusa tra gli studenti, i giovani ed i turisti di affermare in forma simbolica il proprio amore per questa e per quello, a volte anche una semplice amicizia agganciando alla ringhiera del belvedere dietro la chiesa del Soccorso un lucchetto sul quale sono stati incisi i nomi dei componenti la coppia felice e buttando la relativa chiave in mare.

Si tratta a quanto pare di un rito ispirato a un fortunato romanzo di Federico Moccia, che ha avuto origine e sviluppo in quel di Roma, dove il Ponte Milvio è ormai sovraccarico di tali cimeli, e da lì si sta diffondendo ovunque siano disponibili un fiume e un ponte, ma anche il mare ed una vista sull’infinito.  Da un certo punto di vista, naturalmente, tutto ciò può essere considerato uno sviluppo contemporaneo, più avvertito sul piano ecologico e ambientale, della vecchia consuetudine di incidere sulla corteccia di un albero i propri nomi e il profilo di un cuore trafitto, o di quella di firmare con il pennarello indelebile monumenti e lapidi destinati in origine a rievocare tutt’altri eventi.  Un gesto gentile, tutto sommato, da cui non può che giovarsi l’integrità della popolazione arborea e della dotazione monumentale del paese, nonché la dimostrazione che una specie data a lungo come in via di estinzione, quella dei giovani innamorati romantici sta riprendendo possesso del suo habitat naturale forti di una rinata volontà di palesare in forma pubblica i propri sentimenti.  Il Petrarca, certo, sapeva fare di meglio, ma non tutti sono il Petrarca e per chi proprio non si sente a suo agio con rime, versi e sestine la tecnica lucchetto-ponte-chiave in acqua può essere un accettabile sostituto. Pensate se prendesse piede l’usanza ispirata dal Moccia, se i lucchetti si accumulassero e i catenacci cominciassero a pendere dalle ringhiere come corone di fiori, niente niente l’oggetto potrebbe diventare un luogo di culto, una meta di pellegrinaggi, un richiamo turistico ulteriore ed aggiuntivo alle bellezze ineguagliabili di quell’angolo ischitano tanto caro ai visitatori di tutto il mondo.  La conquista di una nuova popolarità che potrebbe trasformare i luoghi in meta dell’immaginario, con tutte le ricadute materiali che l’immaginario comporta in una società voyeuristica come la nostra. Una conquista che pian piano sta prendendo piede tanto che in alcuni negozi di cartoleria sono già in vendita lucchetti e chiavi con tanto di scritte e messaggi prestampati, venduti a prezzi modici.
Ultimo aggiornamento Mercoledì 11 Marzo 2009 13:05