Purga economica per quattro ex sindaci Stampa
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CasamicciolaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Venerdì 15 Giugno 2007 19:52

Purga economica per quattro ex sindaci

Questione ex Hotel Napoleon:Condanna in Appello per Angelo Manzi, Giuseppe Conte, Parisio Iacono e Abramo De Siano. Oltre 200mila euro con la compensazione delle spese dopo un ventennio di cause per porre la parola fine sulla vicenda che portò all’acquisizione dell’attuale sede comunale. Legale della difesa misteriosamente assente. A quanto pare il difensore degli amministratori ricorsi in appello alle precedenti sentenze non avrebbe ricevuto la notifica di comparizione. Si profila all’orizzonte la possibile Revocazione o il ricorso in cassazione. Intanto l’ombra dell’incompatibilità aleggia sull’attuale capo dell’opposizione. Ing. Conte.

Illecita occupazione ex Hotel Napoleon: la Corte dei Conti condanna in appello quattro ex sindaci.
«La “Colpa Grave” degli amministratori avvicendatisi rispettivamente alla guida di Casamicciola Terme dall’1985 al 1991 sulla questione “esproprio ex Hotel Napoleon”, non era conoscibile, a farla emergere, fu solo un debito fuori bilancio, riconosciuto dallo stesso Consiglio Comunale e liquidato in via transattiva dalla commissione straordinaria di liquidazione per le passività pregresse, le stesse passività che furono poi la causa del dissesto finanziario del Comune…».
È questo l’assunto con cui la Seconda Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti ha rigettato la formula di difesa degli appellanti alla sentenza di primo grado nella qualità di Sindaci, chiamati in giudizio dal Pubblico Ministero Regionale. In realtà più che i fatti ha decretare la sentenza è stato un dato di fatto, ovvero l’avvocato della difesa, il professore Palma, non si è presentato all’udienza prevista, lasciando che tutto andasse come doveva andare. Condanna al pagamento di Euro 77.468,00 per Manzi Angelo, per Conte Giuseppe e Iacono Parisio ad Euro 51.645,00 e per De Siano Abramo ad Euro 25.822,00, oltre gli interessi locali e le spese processuali.
La vicenda trae origine dal fatto che il Comune di Casamicciola Terme, decise di acquistare il complesso immobiliare ex Hotel Napoleon per destinarlo a nuova sede municipale, allo scopo attivò l’espropriazione per motivi di pubblica utilità e dispose l’occupazione del bene.
Il decreto di acquisizione temporanea fu impugnato dai proprietari dinanzi al TAR della Campania che ne sospese l’efficacia in sede cautelare. Nel contempo vi fu anche la richiesta di un risarcimento dinanzi al Giudice Ordinario che si concluse con la condanna dell’Ente locale, così come in sede amministrativa vi furono esiti negativi in primo ed  in secondo grado sempre in riferimento alla iniziativa dei proprietari.
Una successione di fatti e circostanze protrattesi per oltre un ventennio, a partire da importi dovuti per indennità e risarcimenti da occupazione, passando attraverso valutazioni immobiliari e pareri di congruità tariffaria diversi e rilasciati anche a distanza di brevissimo periodo l’una dall’altra per arrivare alla tanto agognata acquisizione del bene nel patrimonio comunale. Una acquisizione giunta addirittura a procrastinarsi tra acredini e veleni, con reciproci scambi di accuse, querelle tra singoli protagonisti della vicenda e sindaci di nuova generazione, in sede di ultimo Collegio con il rigetto dell’appello proposto dai primi cittadini Manzi, Conte, Iacono e De Siano condannati per Colpa Grave in relazione ai danni subiti per “l’illecita occupazione dell’immobile” proprio quando tutto sembrava potersi concludersi addirittura con l’assoluzione o il versamento di pochi euro.
Tanto per il solo aspetto meramente giudiziario proposto in sede di procura Generale presso la Corte dei Conti fra attori ricorrenti e convenuti in Giudizio, mentre un ennesimo capitolo supplementare potrebbe abbattersi sulla vita amministrativa della cittadina termale, relativamente proprio all’ultimo aspetto temporale della Sentenza, decisa in Roma nella Camera di Consiglio del 29 marzo 2007 alla vigilia della pubblicazione dei comizi elettorali e depositata il 25 maggio u.s. in periodo mandamentale elettorale prossimo alle ultime elezioni amministrative avvenute esattamente un mese fa. Dunque l’ipotesi incompatibilità per quattro degli esponenti politici più autorevoli del paese si profila all’orizzonte. Una vera e propria tegola che salvo diverse iniziative o il versamento di quanto stabilito da parte dei soggetti coinvolti, potrebbe portare per all’insorgere di contenzioso con L’ente. E dunque al decadimento di uno degli esponenti di spicco dell’attuale minoranza consiliare, Giuseppe Conte e le future velleità degli altri tre. La revocazione o il Ricorso in Cassazione sono ora le due ipotesi della nuova fase per una vicenda che non mancherà in quanto a colpi di scena e che di certo non è conclusa ne in tribunale ne tra i banchi della politica. Infatti Giuseppe Conte come Rutelli, condannato in sede di giustizia amministrativa continuerà ad essere a capo dell’opposizione di governo vista l’attuale insussistenza di condizioni di incompatibilità e se, nel caso non dovesse saldare il debito imputatogli, solo allora  andrebbe a trovarsi nella situazione di dover abbandonare la sua posizione di consigliere. Tutte ipotesi che l’iter procedurale della giurisprudenza attuale posticipa ad una prossima data, visto che dallo studio Palma dichiarano di non aver ricevuto la notifica per la convocazione d’udienza. Una condizione questa che renderebbe di fatto la sentenza in questione nulla. Dovrà essere ora cura del legale difensore richiedere la Revocazione della sentenza e riprendere il tutto dove era stato lasciato o almeno patteggiando secondo quanto stabilito dalla Legge Berlusconi con i quattro primi cittadini chiamati a  versare solo il 10% dell’intero importo o nel caso di errore interno fare Ricorso in Cassazione.
Per Manzi , Conte, Iacono e De Siano resta almeno la consolazione della compensazione delle spese per una situazione che ha davvero dell’incredibile e dell’increscioso, nebulosa e poco chiara persino per uno studio legale di comprovata fama come quello del Prof. Palma. Male che vada ci si può sempre rivalere sul legale per cattivo patrocinio, nel caso venga acclarato l’errore interno o ricominciando con la Corte dei Conti se è stata quest’ultima a non effettuare la notifica, l’ultima spiaggia resta sempre la Cassazione.
Ultimo aggiornamento Martedì 19 Maggio 2009 08:28