Napoli: Richiesta intervento urgentissimo contro decreto Sblocca Italia. Stampa
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NapoliNews - Cronaca
Scritto da Nicola Lamonica   
Giovedì 02 Ottobre 2014 11:15

Napoli: Richiesta intervento urgentissimo contro decreto Sblocca Italia.

Sig. Sindaco, come certamente Le è noto è in discussione in Parlamento il decreto legge 133/2014, del 13 settembre del 2014,  meglio conosciuto come  Sblocca Italia. Tra le incredibili, disastrose sue scelte vi è quella di dare  il via libera alle attività petrolifere anche nelle acque del Golfo di Napoli e del Golfo di Salerno; difatti la procedura concessionaria disciplinata all’art. 38, comma 9, si applica “ai titoli minerari (quelli già rilasciati) e (anche) ai procedimenti di conferimento”, ricadenti nelle aree di cui all’articolo 4, comma 1, della legge n. 9 del 1991, che sono, appunto, relative, oltre al Golfo di Venezia, al Golfo di Napoli, al Golfo di Salerno e alle Isole Egadi. In pratica si cancella il fondamentale risultato  ottenuto, non solo dal movimento ecologista ma anche dalle Amministrazioni Locali e dalle forze politiche,  economiche e sociali dei territori interessati  nel lontano 91 con la citata legge n.9,  che nel disastro nazionale di assurde trivellazioni a terra e a mare in Italia, salvava almeno i citati mari e coste.
Se questa scelta dovesse essere confermata catastrofici sono i rischi e le conseguenze non solo per l’ambiente, ma anche per l’economia di tutti i comuni rivieraschi dei golfi di Napoli e Salerno; basta  una sola perdita  da una piattaforma produttiva - che già costituisce violenza ed orrendo abbruttimento del mare e del paesaggio - per arrecare abnormi danni  per lunghissimo tempo ad ogni attività legata al mare e alla sua costa: turismo, pesca, balneazione, commercio. Se il decreto dovesse disgraziatamente essere convertito in legge, enormi ed imperdonabili sarebbero le responsabilità oltre che delle forze politiche che l’approverebbero, anche  degli amministratori locali che non intervengono con massimo impegno per impedire tale  scellerato atto.
Le chiediamo perciò di intervenire urgentemente rispetto ai parlamentari di camera e senato per chiedere di bloccare lo sblocca italia e comunque di cancellare o di modificare radicalmente il suo micidiale Art. 38, comma 9.
La informiamo che è in atto la Costituzione della Rete Nazionale “Blocca lo Sblocca Italia” alla quale noi VASCampania abbiamo già aderito ed alla quale Le chiediamo di aderire. Cordialmente , Napoli 02 ottobre 2014
Il Coordinatore VAS Campania / Nicola Lamonica
decreto legge 133/ 2014 Articolo 38 comma 9: All'articolo 10 della legge 9 gennaio 1991, n. 9, dopo il comma 3 e' aggiunto il seguente:    "3-bis. Al fine di effettuare e verificare gli studi previsti dall'articolo 8, comma 1, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, con l'impiego di nuove tecnologie disponibili per la tutela ambientale e la valorizzazione delle risorse nello svolgimento dell'attivita' mineraria, la procedura definita nel presente articolo si applica, ai titoli minerari e ai procedimenti di conferimento ricadenti nelle aree di cui all'articolo 4, comma 1.";
la richiamata legge del 1991, per effetto della grande vittoria allora ottenuta dal movimento ambientalista, e, in Regione Campania,  per le meritorie azioni istituzionali del Cons. On. Antonio d’Acunto dei Verdi Arcbaleno, così si esprimeva:
Articolo 4.  Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione.
1. La prospezione, la ricerca e la coltivazione di idrocarburi è vietata nelle acque del Golfo di Napoli, del Golfo di Salerno e delle Isole Egadi, fatti salvi i permessi, le autorizzazioni e le concessioni in atto, nonchè nelle acque del Golfo di Venezia, nel tratto di mare compreso tra il parallelo passante per la foce del fiume Tagliamento e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po.


Nel museo degli orrori del decreto spicca l’articolo 33, che stabilisce procedure straordinarie per interventi di rigenerazione urbana ed ambientale, inizialmente pensato per l’ex area industriale napoletana di Bagnoli e successivamente esteso all’intero territorio nazionale. Con un provvedimento senza precedenti, i cittadini, le assemblee elettive locali e gli organi di controllo statali sono espropriati del diritto di pianificare il territorio di loro competenza, che viene affidato ad un commissario governativo-podestà: sarà questi, insieme ad un soggetto attuatore unico costituito da istituti finanziari, costruttori e proprietà immobiliare, a decidere i destini delle aree considerate “di interesse nazionale”. Il programma d’intervento così congegnato andrà  in deroga a piani urbanistici e norme di tutela ambientale, emarginando enti locali e Sovrintendenze. Si tratta di misure apertamente anticostituzionali, pensate ad hoc per promuovere la speculazione edilizia sull’ultima grande area libera del litorale urbano di Napoli; laddove, cancellando la grande spiaggia pubblica balneabile ed il parco urbano di 130 ettari previsti dagli strumenti urbanistici, si intende realizzare un mostruoso complesso portuale-residenziale-alberghiero.
In buona sostanza il provvedimento, col pretesto di superare il ‘fondamentalismo ambientalista’ che bloccherebbe l’area, spiana la strada alle ricorrenti manovre speculative, e a quegli interessi affaristici che da tempo sabotano l’attuazione del piano urbanistico. A trarre vantaggio da questa norma sonoin primo luogo le banche e Fintecna, la finanziaria statale proprietaria dei suoli ex IRI, che pretende di lucrarci senza pagare la bonifica;inoltre i costruttori, Caltagirone-Cementir in testa, intenzionati a rovesciare tonnellate di cemento sull’ultimo litorale libero della città ed impadronirsi della riserva naturale di Nisida. Infine l’Idis-Città della Scienza, una greppia clientelare foraggiata con denaro pubblico, determinata a espandere i suoi tentacoli su spiaggia e parco. Proprio l’accordo per la sua ricostruzione, firmato ad agosto anche dalla giunta De Magistris, ha aperto le porte di Bagnoli agli squali della finanza e del mattone. A contorno dei pesci grossi, la minutaglia locale di giornalisti asserviti, piccoli affaristi e clientele  politiche di ogni colore, anche col ruolo di corrompere ed ingannare la popolazione.
Bagnoli è l’esempio lampante degli intenti speculativi sottesi allo “Sblocca Italia” nel suo insieme.