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Scritto da Slai Cobas   
Venerdì 08 Novembre 2013 15:52

Italia: Marlane-Marzotto, esposto e comunicato ...

La scrivente Assunta Malavenda detta Mara, nella qualità di coordinatore nazionale dell’organizzazione sindacale Slai cobas ed in funzione di rappresentanza degli interessi collettivi dei lavoratori, nonché in quanto sindacato costituito parte civile nel richiamato procedimento, premesso che:
dopo oltre un inusitato decennio di indagini preliminari solo nel  novembre 2010 ha preso il lento avvio del processo - di cui all’oggetto - con il rinvio a giudizio, da parte del Tribunale  di Paola,  di una moltitudine di imputati a vario titolo (prevalentemente responsabili e dirigenti aziendali del lanificio Marlane-Marzotto di Praia a Mare e del Gruppo Marzotto, nonché responsabili di enti locali) per omicidio colposo plurimo, aggravato dall’omissione delle cautele sul lavoro, lesioni colpose gravissime, omissione dolosa delle cautele antinfortunistiche, disastro ambientale doloso;
la inquietante lungaggine di tale processo, iniziato solo dopo diversi tentativi di archiviazione, riguarda la morte di circa 110 persone ed una moltitudine di lavoratori ammalati di gravi e correlate patologie, ed il grave disastro ambientale;
la lunghezza del processo, l’assottigliamento, anche per morte, delle costituite parti civili, stanno mettendo a dura prova la pazienza  e la presenza dei familiari dei deceduti (sul lavoro) e di quelli che ancora stanno vivendo sulla loro pelle  la malattia oncologica;
tra l’altro, ancora in questi giorni gli abnormi “tempi biblici” del processo stanno rischiando - e non forse casualmente - di determinare non solo la prescrizione di parte dei gravi reati contestati agli imputati ma di rendere intollerabili l’ansia ed il dolore dei familiari fino ad indurre in alcuni auspicate e misere transazioni (trentamila euro al lordo delle spese legali)  pur di mettere fine ad una immane ed insopportabile sofferenza che si rinnova ad ogni udienza;
questo esposto ha lo scopo preciso di far ritenere che il processo, che ha visto inoltre coinvolte parti anche politiche, è durato fino a denegare giustizia alla parti lese, ancora ad oggi, da circa 15 anni ponendo a repentaglio la sua conclusione;
ci si domanda se l’autorità giudiziaria precedente è stata omissiva e/o incapace per tanto tempo di raccogliere prove importanti per i lavoratori e per la collettività territoriale (i cittadini di Praia a Mare e circondario). Ed ancora se questi ritardi siano da considerare colposi e non risultino gravemente colposi o addirittura dolosi e non siano inoltre correlabili e speculari ai comportamenti omissivi di quanti avrebbero dovuto - nei luoghi di lavoro e sul territorio - osservare norme di prudenza e di salute ambientale e di quanti, preposti,  avrebbero dovuto effettuare efficaci controlli a tutela della salute dei lavoratori, della salute pubblica e dell’ambiente;
se vi siano stati controlli nel corso degli anni degli effetti di tali lavorazioni industriali e quali organi hanno omesso e/o eluso ogni tipo di obbligatorio controllo;
se vi sia stata liceità o meno da parte delle autorità “statali” consenzienti alla colonizzazione del territorio con lavorazioni fortemente nocive dopo che già da anni erano universalmente note e scientificamente acclarate le caratteristiche tossiche ed inquinanti delle lavorazioni industriali di lane  con sostanze in uso quali cromo esavalente, derivati delle ammine ed altri coloranti azoici, ecc.;
se vi sia stata liceità o meno rispetto al finanziamento con danaro pubblico di tali aziende ed alla incombente e prevedibile possibilità - magari “spinta” dagli accordi transattivi con le parti lese - che i terreni su cui hanno costruito la “fabbrica della morte” ritornino per rinnovate speculazioni alle stesse aziende (e gruppi di persone e famiglie a loro collegate) e se, inoltre, una transazione privata può “estinguere” un danno collettivo, e infine se non è il caso che quella zona, già irreparabilmente inquinata, sia da considerare e dichiarare off limits e da bonificare  per scongiurare danni presenti e futuri e dare giustizia a coloro che in vita, ma ignari, barattarono il lavoro con la morte lenta e con parte dei familiari che rischiano di essere indotti al macabro scambio  di 30.000 euro lordi dalla evidente incapacità (nella migliore delle ipotesi) dello Stato italiano di “rendere giustizia” e dei suoi preposti ed espressi apparati.

Tanto premesso e rappresentato,
si richiede agli organi in indirizzo, ciascuno per quanto di competenza, di accertare ipotesi di reato rispetto all’abnorme dilatazione dei tempi processuali ed eventualmente procedere nei confronti dei responsabili, nonché di accertare e procedere nei confronti di quanti hanno contribuito a creare tutti danni ambientali e, per la consapevolezza, procedere nei confronti di quanti vi hanno concorso per i reati di strage e/o omicidi plurimi volontari e qualsiasi reato di pericolo contro l’incolumità dei lavoratori e quella pubblica (reati di comune pericolo mediante violenza), nonché quant’altre ipotesi di reato si dovessero accertare.
La scrivente richiede, ai sensi delle vigenti normative in materia, di essere messa a conoscenza dell’esito del presente atto e/o della sua (improbabile) archiviazione, comunicazione che si prega di trasmettere presso la sede legale nazionale di Slai cobas sita in via Masseria Crispo n. 4 - 80038 Pomigliano d’Arco (Napoli), telfax: 081/8037023, E mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
In attesa di Vs. sollecito riscontro si porgono distinti saluti.
Coordinatore nazionale di Slai cobas
Assunta Malavenda detta Mara
Pomigliano d’Arco, 8 novembre 2013
Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale 
S.L.A.I. cobas
Sede Legale                                                   Sede Nazionale
Via Masseria Crispo n°4                               Viale Liguria n°49
80038 Pomigliano d’Arco - Na                     20143 Milano
tel & fax 081/8037023                                    tel & fax 02/8392117

Alla Procura della Repubblica
PAOLA

Al C.S.M.
ROMA - fax: 064452916                                                     (raccomandata a mezzo fax)

Alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea
KIRCHBERG (LUXEMBOURG) - fax: 0035243032600    (raccomandata a mezzo fax)

OGGETTO: ESPOSTO-DENUNCIA RELATIVO AL PROCEDIMENTO PENALE 
N. R.G: 727/10 -  R.G.N.R. 592/99 A CARICO DI STORER SILVANO+ 11

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Italia: Tribunale di Paola: processo alla Marlane Marzotto, “Fabbrica della morte”  di Praia a Mare

MENTRE I MARZOTTO CERCANO FEBBRILMENTE L’ACCORDO CON LE PARTI LESE PER “DEVITALIZZARE” IL PROCESSO PENALE LO SLAI COBAS GIA’ COSTITUITO PARTE CIVILE HA PRESENTATO STAMATTINA ALLA PROCURA DI PAOLA, AL CSM ED ALLA CORTE EUROPEA UN ESPOSTO-DENUNCIA SULLA SOSPETTA LUNGAGGINE DEI TEMPI PROCESSUALI CHE STANNO DETERMINANDO LA POSSIBILE PRESCRIZIONE DEI REATI

INTANTO DA STAMATTINA E’ IN SVOLGIMENTO L’ENNESIMA UDIENZA PRESSO IL TRIBUNALE DI PAOLA
“Gli abnormi tempi biblici del processo stanno rischiando, non forse casualmente, di determinare non solo la prescrizione dei gravi reati contestati agli imputati ma di rendere intollerabile l’ansia ed il dolore dei familiari dei deceduti e di quanti ancora lottano contro la malattia fino ad indurre auspicate e misere transazioni (30.000 euro al lordo delle spese legali) pur di mettere fine ad una immane ed insopportabile sofferenza che si rinnova ad ogni udienza”… è quanto dichiara Mara Malavenda che ha sottoscritto l’esposto in funzione di coordinatore nazionale del sindacato Slai cobas - atto depositato questa mattina dall’avv. Bartolo Giuseppe Senatore che in aula patrocina il sindacato di base. L’esposto è stato inoltre trasmesso a mezzo fax certificato, per quanto di competenza, al CSM ed alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
… “questo esposto - continua Malavenda - ha lo scopo preciso di far ritenere che questo processo sta durando da  troppi anni (18 dalle prime notizie pubbliche di casi di patologie tumorali tra gli addetti - 16 anni  dalle prime interrogazioni parlamentari sulla grave vicenda con l’ “interessamento”            pro-forme ed elusivo delle preposte parti istituzionali di governo e locali, 10 dall’avvio dell’istruttoria) fino a denegare di fatto ogni idonea giustizia alle parti lese, con ad oggi 108 lavoratori morti di cancro e una rilevante moltitudine di addetti, nonché cittadini, ammalati”…
…”come sindacato richiediamo l’accertamento di ipotesi di reato rispetto all’abnorme dilatazione dei tempi processuali, di quanti hanno consapevolmente contribuito a creare i danni ambientali e/o vi hanno concorso per i reati di strage e/o omicidi plurimi volontari e qualsiasi reato di pericolo contro l’incolumità dei lavoratori e pubblica (reati di comune pericolo mediante violenza), inoltre la verifica sulla liceità o meno dei finanziamenti pubblici erogati all’ azienda e della prevedibile possibilità che i terreni ritornino alle stesse aziende, o gruppi di persone e/o famiglie collegate per rinnovate operazioni speculative, nonché di considerare e dichiarare off-limits l’intera area inquinata che va bonificata per scongiurare danni presenti e futuri”
“la morte dei lavoratoti non ha un cartellino con un prezzo da pagare che ne cancelli sofferenze e disperazione”, dichiara infine la sindacalista… “come sindacato ed attori costituiti nel processo come parte civile non molleremo perché: alcuna transazione civile può estinguere i reati penali e nessuna transazione privata può estinguere un danno collettivo, né consentiremo la prosecuzione dei tempi biblici processuali che rischiano la prescrizione dei reati”.
Slai cobas - coordinamento nazionale - Pomigliano d’Arco, 8/11/2013
Comunicato stampa
Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale 
S.L.A.I. cobas

Sede Legale                                                   Sede Nazionale
Via Masseria Crispo n°4-80038                    Viale Liguria n°49
Pomigliano d’Arco - Na                                20143 Milano
tel & fax 081/8037023                                    tel & fax 02/8392117