In libreria l'ultima opera Dell'Avvocato Nino D'Ambra Stampa
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Ricerche Storiche D'Ambra - Ricerche Storiche
Scritto da Centro Ricerche Storiche D'Ambra   
Martedì 01 Luglio 2008 20:04

Ricordo di Luis Felipe Collado [1914-1981]

IN LIBRERIA: dall’ultima opera storico-letteraria di Nino d’Ambra. E' in Libreria l'ultima fatica storico-letteraria di Nino d'Ambra dal titolo: "Luigi il cubano,Fidel Castro e gli Anni Cinquanta a Forio", che soprattutto è un monumento all'Amicizia. Fra i tanti ricordi di Luis Felipe Collado(1914-1981) riportati nel libro dall'Autore (assieme al notevolissimo carico di illustrazioni e di foto d'epoca), iniziamo la pubblicazione di quello della prof.ssa Magda Ruggeri Marchetti, che tradusse dallo spagnolo in italiano diverse opere di Collado e che fu titolare della Cattedra di Lingua a Letteratura Spagnola all'Università di Bologna. Ma già in passato "Il Golfo" commemorò Collado a dieci anni dalla morte con un lungo articolo pubblicato il 15 agosto 1991, a pag.10, ed una intervista all'avv. d'Ambra che così concludeva: « ...posso con certezza affermare che a distanza di tanti anni, il ricordo di Luigi il cubano non si è affievolito col tempo; ma soprattutto è da sottolineare oggi, a dieci anni dalla sua scomparsa, che i semi della sua immensa cultura, del suo grande senso dell'amicizia, e della sua profonda umanità, non sono caduti tutti fra rovi e pietre».

Magda Ruggeri  Marchetti:*
Conobbi Luis Felipe Collado in una calda estate nella seconda metà degli Anni Cinquanta, quando mi ero recata a Forio d’Ischia solo per godermi un po’ di sole. Mi stupì incontrare un gruppo di giovani con tanti interessi culturali stretti intorno a questo intellettuale in permanente conflitto con il potere. Era uscito dalla sua patria perché in contrasto con Batista e sognava il ritorno alla sua meravigliosa isola a fianco di Fidel Castro. Ma purtroppo questi, quando trionfò la rivoluzione e fu capo del Governo lo deluse e Luis preferì abbandonare l’incarico di suo addetto culturale all’ambasciata cubana di Vienna piuttosto che venire a patti. Per questo restò sempre un poeta emarginato dalla sua patria sia durante il regime di Batista che con quello di Castro. Quindi le sue conversazioni che animavano il gruppo di giovani di Forio erano quasi una forma disperata di intervenire nell’arte, nella vita, nella storia. La sua intenzione era di essere presente nella cultura della sua patria, ma senza sottomettersi  ad imposizione alcuna: possibilismo della volontà  ed impossibilismo dell’intelligenza, poiché questa nega gli inganni che quella le propone.
Le sue parole racchiudevano una gran quantità di elementi di riflessione ed importanti idee degne non solo di essere ascoltate, ma anche meditate e maturate con calma. Il suo pensiero, sempre nutrito dalla sua vasta cultura  e dalla sua lunga esperienza di persona incorruttibile, alimentava gli animi di noi giovani che lo ascoltavamo ed avevamo l’occasione non solo di condividere la visione di un lucido e combattivo intellettuale su quello che pensava dovesse essere la sua funzione  nella società, ma anche l’opportunità di godere di un’amicizia, ricca di momenti di piacere che sorgevano dall’incontro armonico tra il talento, l’intelligenza, il coraggio e il senso dell’umorismo. Secondo lui l’intellettuale ha il dovere di presentare, incarnare, esprimere un messaggio, una visione, un’opinione di fronte al pubblico. E’ per questo che la sua influenza è stata abitualmente utilizzata e combattuta.
I versi di Luis Felipe Collado sorgono dalla sua stessa intimità, dai suoi  sentimenti, dai suoi affetti e dal suo sguardo posato liricamente sul mondo a lui più vicino. Ma da una poesia che nasceva dal sentimento individuale passò poi a quella che rifletteva in primo luogo i problemi sociali e politici. E’ infatti un tipo di lirica che fonde il sentimento con il pensiero o meglio la passione con la riflessione. Ma desidero soprattutto ricordare l’aspetto rivoluzionario e politico della poesia di Luis Felipe Collado. La situazione politica di Cuba lo addolorava ed allora cominciò a nutrire la sua creazione letteraria con l’attualità più palpitante. Il suo “Lamento per un fucilato politico” tratta di un avvenimento recente ed ha chiara intenzione di denuncia. Lo compone in tono meditativo e profondo e costituisce un energico manifesto contro l’oppressione castrista.
Molti dei suoi versi e poemi rappresentano il grido della protesta e della solidarietà con l’essere umano nella sua lotta  per la libertà e la giustizia. Egli seppe impegnarsi col suo mondo ed alzare la sua voce quando sentiva che il sopruso  e l’oppressione si facevano intollerabili.
Il valore delle sue composizioni poetiche sgorga dalla loro sobrietà, dall’assenza di quelle parole che tanto disturbano quando non sono altro che parole.
Non si può depurare l’espressione poetica più di quanto egli fece a meno che non sia per mostrare pura abilità concettistica.

*Autrice di numerosissime pubblicazioni in Italia e all’estero.
Già titolare della Cattedra di Lingua e Letteratura Spagnola presso l’Università di Bologna.
Critico teatrale.

(quotidiano “Il Golfo” del 1° luglio 2008, pag. 27)

Ultimo aggiornamento Lunedì 19 Agosto 2013 20:17