Giovanni da Casamicciola Stampa
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Ricerche Storiche D'Ambra - Ricerche Storiche
Scritto da Centro Ricerche Storiche D'Ambra   
Mercoledì 01 Maggio 1996 19:39

Giovanni da Casamicciola

Già in altre circostanze ho avuto modo di segnalare il consistente contributo scientifico dato dall’Isola d’Ischia alla Scuola Medica Napoletana. Ma le radici sono molto più antiche, risalgono addirittura al tempo della fondazione dell’Università (allora detta Studium) da parte di Federico II di Svevia, che la istituì con suo provvedimento del 5 giugno 1224. L’assestamento dei piani di studio avvenne nei decenni successivi, ma è documentato che già nel 1250 un medico ischitano insegnava presso la Facoltà di Medicina.

Mi riferisco a Giovanni da Casamicciola (1200 ? – 1282). Comunque, documentazione dell’epoca dà per certo che il Nostro insegnò nell’Università di Napoli dal 1267 al 1282, come professore di “scienza medicinale e farmacologia”, con uno stipendio annuo di venti once d’oro. Nei Registri della Cancelleria Angioina ( ricostruiti in gran parte dall’Accademia Pontaniana dopo la distruzione degli originali effettuata dai tedeschi in ritirata nel 1943) Giovanni è citato 41 volte e vi sono decine di provvedimenti di Carlo I d’Angiò a favore del “Magistro Johanne de Casamiczula”, che godeva larghissima stima e considerazione sia nel mondo scientifico che presso la Corte Reale, tanto che era incluso nella cerchia ristretta dei medici personali del Re. Lo troviamo componente della speciale Commissione che doveva autorizzare, previo esame, chi voleva intraprendere la professione medica (I documenti dell’epoca tramandano i nominativi dell’intera Commissione che era formata da cinque componenti: Adamus vescovo di Aversa, Guglielmo de Assego, Giovanni de Nigella, Armando de Uretis e Giovanni de Casamicciola). E’ ricordato come inventore di cocktail di farmaci per la cura di certe malattie e come autore di un nodo speciale per la legatura dei vasi sanguigni con un filo di seta. Destinò un suo fondo alla coltivazione e selezione di piante medicinali. Evidentemente doveva essere un’iniziativa abbastanza importante all’epoca, se un altro luminare del tempo, Pietro da Salerno, sfruttò l’idea e convinse gli organi statali a finanziare un’iniziativa analoga.
Il prof. Giovanni da Casamicciola aveva in grande considerazione le cure termominerali che consigliava ogni volta che se ne presentava la necessità. Scrisse un’opera di medicina purtroppo andata perduta e alcune notizie si traggono dal libro di un suo allievo Arnaldo da Napoli, dal titolo”Breviorum practicae”. Quest’ultimo, parlando del suo Maestro con grande deferenza, sottolineava, fra l’altro, la capacità di Giovanni di usare, in determinati casi di malattia, più farmaci contemporaneamente raggiungendo quasi sempre risultati ottimali. Un altro suo allievo, Francesco da Piedimonte, nella sua opera più nota “Medicina Pratica”, riporta alcune ricette del Nostro per la efficacia sperimentata contro alcune malattie.
Carlo I d’Angiò, in una delle sue numerose elargizioni a suo favore, lo appellava “dilectus medicus familiaris et fidelis noster”, colmandolo di onori e di privilegi. Nei numerosi provvedimenti a suo vantaggio si leggono donazioni di fondi, di case, di masserie ed esenzioni fiscali.
Il suo culto per la ricerca e la sperimentazione scientifica viene ampiamente testimoniato dai due menzionati discepoli.
Il Nostro, oltre ad essere professore di scienza medica, fu anche lettore di medicina, professore di fisica e di logica, sempre presso l’Università di Napoli.
In questi preziosi documenti del passato che sono i registri della Cancelleria Angioina, oltre a quelli numerosi che riguardano l’attività professionale di Giovanni da Casamicciola a cui si è fatto cenno, si riscontrano due riferimenti di carattere personale e privato: la sua testimonianza di nozze per gli sposi Gentile di Sangro e Emma de Acquaviva, discendenti entrambi da famiglie nobili, ed un provvedimento a suo favore, l’ultimo rinvenuto, che porta la data del 5 giugno 1282 (probabilmente qualche mese prima della morte), che per la sua interessante specificità, integralmente si trascrive nella interpretazione e traduzione del curatore: << A Giovanni di Casamiczula si concede di estrarre dal porto di Patria e di Pozzuoli del frumento, dell’orzo e delle fave per sé e per la sua famiglia e trasportarli a Napoli>>.
Si hanno ancora notizie sparse di lui: tutte interessanti che contribuiscono a delineare la sua biografia; se si pensa che stiamo parlando di un uomo vissuto nel XIII secolo! Si apprende che aveva un nipote ufficiale dell’esercito a nome Landolfo da Casamicciola e che intervenne presso il re a favore di una contrada della Ciociaria per una questione di tasse.
All’epoca quando un medico, oltre alla professione, si dedicava anche alla ricerca scientifica, veniva esentato dalle tasse (Abbiamo tanto da imparare dal passato!). Di ciò ne beneficiò anche Giovanni e questo è una ulteriore conferma della sua intensa attività. Più volte accompagnò, come medico addetto alla persona del re, Carlo I d’Angiò, e per questa ragione fu dichiarato nobile; e gli fu donata una masseria a Frignano di Aversa.
Molti storici ritengono che effettuò i suoi studi di medicina presso la famosa Scuola Medica Salernitana, a cui rimase legato per tutta la vita. Affermano altresì che per la sua bravura e per la sua cultura fu nominato “Conte Palatino”, ma quest’ultima circostanza non è confermata da fonti documentarie.

(Nino d’Ambra “Ischia Mondo”n.5, maggio 1996, pag.8)

Ultimo aggiornamento Lunedì 19 Agosto 2013 20:18