Forio: Il morto dove lo metto Stampa
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ForioNews - Cronaca
Scritto da Peppe D'Ambra   
Domenica 21 Ottobre 2007 16:38

Forio: Il morto dove lo metto

Un fatto drammatico mette in luce l’ennesima mancanza di un posto che dice di voler far turismo
Per quattro giorni abbandonato nella chiesa del cimitero di Forio, terrorizza un giovane che si era recato in chiesa. L’ennesima figurella internazionale che mette in risalto un’altra carenza dell’intera isola: la mancanza di obitori nei nostri cimiteri.
Mentre ero intento nella mia solita passeggiata quotidiana vengo affiancato da un’auto guidata da un mio giovane amico, il quale mi invita a salire e inizia a raccontarmi una storia che a stento riesco a credere e quasi quasi lo mando a quel paese, tant’è incredibile.

Per dare forza al suo racconto si offre di accompagnarmi sul luogo del delitto. Ma andiamo per ordine, la storia che mi racconta riguarda la sua visita al cimitero di Forio dove quasi quotidianamente si reca per andare a fare visita al padre morto l’anno scorso. La tomba del padre sta vicino alla chiesa, ed è naturale che anch’essa è meta della sua visita; non appena messo piede nella chiesa la sua attenzione viene attirata dalla presenza di una bara nuova depositata sul pavimento. La prima cosa che viene spontaneo fare è quella di alzare il coperchio solo appoggiato su di essa. Non appena effettuata l’operazione un indescrivibile fetore lo assale e la vista gli si annebbia per il terrore, all’interno della bara giace un corpo di una donna morta, molto probabilmente diversi giorni prima. Questo giovane amico ancora scosso dalla visione e dalla puzza mi dice: Peppe ma tu hai capito in che paese viviamo, ma come si fa a lasciare abbandonato a se stesso un cadavere in una bara aperta in un luogo aperto dove possono entrare anche i bambini. È una vera e propria vergogna, anche perché in quel cimitero si stanno spendendo ingenti finanziamenti pubblici. Comunque interrompo la mia passeggiata quotidiana e mi faccio accompagnare dal mio giovane amico. Arrivo nel cimitero e la porta della chiesa sembra chiusa, vengo invitato ad affacciarmi nella chiesa dalla finestra aperta sul lato; lo faccio e non vi nascondo di essere preso anche da una certa agitazione interna. Salgo sulla panchina e all’interno della chiesa vedo gli operai di una ditta funebre intenti a chiudere e sigillare con il coperchio metallico la bara in questione. Un sospiro di sollievo mi sale dal più profondo dell’animo per l’aver evitato un triste spettacolo e mi appresto ad entrare nella chiesa e chiedere informazioni, le quali mi vengono date con la massima gentilezza sia dal responsabile della ditta funebre che dal medico dell’ASL presente. La giovane signora austriaca B.V. nata nel 1960 è morta, secondo il certificato medico del 118 intervenuto prontamente chiamato dalla direzione dell’albergo, per morte naturale a seguito di un arresto cardiocircolatorio nella giornata del 19 ottobre presso una nota struttura alberghiera del Cuotto. Da quel momento è iniziata la tragedia nella tragedia per i nostri ospiti stranieri e per il compagno della giovane signora. In albergo la salma non poteva rimanere e allora dove trasportarla in attesa dei tempi tecnici per il trasporto nelal sua terra in Austria? In Ospedale non si può più, la direttrice sanitaria, dopo certe pretese delle pompe funebri isolane ha dato ordine di non mettere più a disposizione l’obitorio presente in ospedale per i decessi che avvengono fuori dallo stesso. Nessun Comune isolano attualmente ha pensato, fra i tanti sperperi di danaro pubblico, di dotarsi di un obitorio con annesse celle frigorifere e così la bara con la salma trova alloggio e viene lasciata per quattro giorni aperta nella chiesa cimiteriale, dove sfortunatamente è entrato il giovane foriano facendo la triste scoperta. Triste scoperta per il giovane, ma sicuramente drammatica constatazione per il compagno e per i familiari della morta che hanno scoperto con quale rispetto vengono trattati i morti nel nostro paese. Una organizzazione davvero da terzo mondo che certamente non fa fare una bella figura ad un paese che vuole vivere di turismo. Noi siamo tristi, non solo per la tragica fine di una giovane donna arrivata sulla nostra isola per passare momenti di allegria e che invece il triste fato le ha riservato una tragica conclusione, ma anche per la figura non certamente positiva che abbiamo fatto ancora una volta con l’estero. Speriamo che questa denuncia serva a stimolare i nostri amministratori e soprattutto gli amministratori pubblici che di professione fanno gli albergatori, speriamo che al più presto si prenda così la decisione di dotare i loro cimiteri di almeno un obitorio.

Ultimo aggiornamento Domenica 26 Agosto 2012 11:55