Mimmo Parascandolo pittore Foriano Stampa
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ForioNews - Arte
Scritto da Ida Trofa   
Sabato 20 Gennaio 2007 11:25

Mimmo Parscadalo: pittore foriano!

L’arte e  vita, l’animo ed il suo mistero. Noi isolani siamo forse molto abituati alla routine e all’etichetta, alle cose conformate, da tempo ho trovato però un angolo eclettico e vivo, dove ci si può trovare di tutto e dove davvero l’unico tempo guadagnato è quello perso, in pochi istanti ti può capitare di ridere di gusto, o impegolarti in discussioni ardite senza neppure rendertene conto. Questo luogo è l’angolo di strada che si frappone tra via Matteo Verde e Monterone a Forio e dove mai nessuno è al di fuori di niente.

Qui ho fatto un incontro che m’ha fatto riflettere sull’arte e sulla vita e che non c’è vita senza arte. Pensavo che la pittura è l'arte che consiste nell'applicare pigmenti sospesi in un elemento portante (o in un mezzo) ed un agente collante ad un supporto come la carta, la tela, la ceramica, il legno o un muro. Si cosparge di colore una superficie. L'insieme di forme, colori e segni risultanti possono avere lo scopo di imitare la realtà visibile o di trasporre su una superficie elementi metafisici o astrazioni più o meno slegate dall'elemento figurativo. L’Arte può essere un mestiere, una pratica rilassante che ci porta ad un più profondo rapporto con noi stessi, l’arte può essere la via e ed il grido d’aiuto di chi vuole aiutarci a comprendere la sua di vita.
Stamattina ero intenta nel leggere d’Arte ed un passo m’ha colpito:
<< Si rende oggi necessaria un’opera di demolizione del mito dell’artista-divo che produce soltanto capolavori per le persone più intelligenti. È necessario oggi, in una civiltà che sta diventando di massa, che l’artista scenda dal suo piedistallo e si degni di progettare l’insegna del macellaio (se la sa fare). È necessario che l’artista abbandoni ogni aspetto romantico e diventi un uomo attivo fra gli altri uomini, informato sulle tecniche attuali, sui materiali e sui metodi di lavoro e, senza abbandonare il suo innato senso estetico, risponda con umiltà e competenza alle domande che il prossimo gli può rivolgere.
Il designer ristabilisce oggi il contatto, da tempo perduto, tra arte e pubblico, tra arte intesa in senso vivo e pubblico vivo. Non più il quadro per il salotto ma l’elettrodomestico per la cucina. Non ci deve essere un’arte staccata dalla vita: cose belle da guardare e cose brutte da usare. Se quello che usiamo ogni giorno è fatto con arte (non a caso o a capriccio) non avremo niente da nascondere>>.
Mi è venuto in mente che questa cosa può aver qualcosa a che fare col vivere esprimendosi con sincerità e lealtà senza schemi e canoni prefissati. Secondo leggi che abbiamo imparato ad attuare a menadito senza però, molto spesso, condividerne i codici e gli scopi. Forse la realtà è questa, la realtà è che Mimmo ha deciso di seguire i canoni della vita sua e solo sua, attuare il suo istinto e crederci fino in fondo al punto di voler tentare di renderne partecipi anche gli altri. Gli altri che parlandogli o no si sentono al sicuro, più forti certi che rispetto a quell’interlocutore loro sì che sono conformati, ma adesso quell’interlocutore ha qualcosa in più è padrone del suo essere e sicuro di dover compiere ancora un cammino lungo, s’interroga e ripropone con tratto d’artista svezzato i suoi pensieri ed i suoi miti. “I deserti della luna” restituiscono una Forio saracena e splendida con una semplicità disarmante e struggente quasi senza sforzo e senza la necessità di rincorrere parole e pensieri, schemi e frasi fatte, semplicemente attraverso il ricordo e la sua storia. Eppure forse quel luogo potrebbe non essere Forio, chissà!
Un’artista un uomo dalla grandezza d’animo inaspettata incredibile per chi non è abbastanza umile da fermarsi ad ascoltare:DOMENICO PARASCANDOLO.
Conoscitore ed amante della storia del suo paese, un paese che gli è entrato nel sangue tanto che ne racconti fatti miti e gesta delle sue genti a chi ha voglia di ascoltarlo. E vi assicuro è un esperienza che può fruttare un doppio regalo oltre all’incanto e la meraviglia Mimmo non delude porgendo in dono una delle sue opere. Tratti di penna, tracce di colore e simboli inconfondibili, opere d’arte povera, ma pur sempre arte… anzi di più!L’INCONTRO
Un’incontro davvero particolare, una concomitanza di eventi mi ha fatto conoscere un personaggio eclettico e sorprendente, una persona che mi ha dimostrato una sensibilità poco comune ed il suo fare mi ha provocato quasi dolore nel vederlo muoversi e tentare di entrare anche se in un dato frangente nell’ambito di una società sempre di più volta alla ricerca del superfluo. Prendevo un caffé alla Tinaia di Forio, quando questo giovane ha voluto omaggiarmi con uno “disegno” realizzato nei pochi minuti che erano trascorsi dal mio ingresso al bar. Si chiama “ Le montagne della luna” e narra di un paese magico e misterioso, splendido e maestoso adagiato sul mare a ridosso di una montagna. È una paese stretto nella morsa dei Barbari e dei Saraceni e di quelle barbarie di quel fasto scintillate conserva ‘animo e lo spirito, la vivacità e l’inquietudine, ed il suo richiamo sa aver echi come nessun altro luogo al mondo sa fare. È una città mai doma e mi addormentata neppure al calar delle tenebre quando a tenerne viva e desta l’attenzione sono le stelle e la luna capace di donargli luce ed energia anche nei momenti cupi e tristi. In quel disegno qualcuno intravede Forio, chissà, potrebbe essere…oppure no. Ci sono le numerose chiese visibili da mare  i torrioni, la meridiana che serviva da faro ed indizio ai pescatori, ci sono i vialetti eppure il dubbio permane, domina l’immenso.
Ultimo aggiornamento Lunedì 23 Marzo 2009 18:38