Sant’Antuono maschere e suon ! Stampa
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CasamicciolaNews - Tempo Libero
Scritto da Ida Trofa   
Martedì 19 Gennaio 2010 22:44

Sant’Antuono maschere e suon !

Si rinnova la tradizione del Fucarazzo.
Allestiti falò e raccolte di legna da ardere un po’ ovunque in onore del Santo Monaco e quale auspicio per il nuovo anno. Spenta l'eco delle festività natalizie, Sant'Antuono  inaugurava il periodo del Carnevale. Si rinnova la festa si rinnova la tradizione specie a Casamicciola Terme, dove “fucarazzi” e braci sono stati allestiti un po’ ovunque, specie nelle zone alte.

Il santo monaco , raffigurato con un maiale ed un rametto di ebano in mano, ricordato, dalla tradizione per essersi recato all'inferno per carpire, a favore degli uomini, il fuoco, era oggetto di una forte devozione popolare, le cui radici si perdono nella notte dei tempi. Incapace di sradicare suggestioni e simbologie ataviche, la tradizione cristiana ha attribuito così a Sant'Antuono facoltà e prerogative di i figure pagane come Prometeo e costui ritrovare nel foco gli auspici ed il vigore.
Il viaggio del Santo nel mondo degli inferi tramandatoci dalla tradizione si può riportare ai riti di iniziazione che si facevano all'inizio del ciclo riproduttivo, e simboleggia il seguire la germinazione del seme, cioè la nascita della vita.
Sant'Antuono diviene il santo custode del focolare, il baluardo contro gli incendi, il protettore degli animali, a cui, come per il fuoco, è legata la vita degli uomini; il santo è considerato anche patrono dei ceramisti e in generale di tutti coloro che, nel loro lavoro, hanno a che fare col fuoco. Il legame fra il Santo ed il fuoco era, dunque, stretto: non a caso Sant'Antuono veniva e viene ancora celebrato guarda caso in particolare a Casamicciola, terra di ceramisti, con falò nei vari rioni del paese e spesso anche nelle campagne vicine. La raccolta della legna - che coinvolgeva ragazzi ed adulti insieme - iniziava generalmente dal giorno successivo all'epifania, ed è vissuta come una sorta di gara fra rioni a chi faceva il falò più imponente. Attualmente questa contesa è scemata, ma sin a qualche decennio fa era ancora molto sentita ora resta la voglia di stare insieme ed il rito delle salsicce cotte ala brace con primo di pasta e fagioli con la cotica. Le alte lingue rossastre, la legna scoppiettante, il bagliore che tinge l'ultimo crepuscolo e la notte incipiente, è ancora un motivo per stare insieme attorno al fuoco nel cuore dell'inverno, lasciando per alcune ore la solitudine dei digitali, dei decoder e delle partite del posticipo sule TV a pagamento.