PER IL BATTELLO DELLE MUNICIPALIZZATE LOCALI NIENTE NULLAOSTA DALLE AUTORITÀ PORTUALI Stampa
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CasamicciolaNews - Trasporti
Scritto da Ida Trofa   
Giovedì 11 Maggio 2006 14:04

Il Pasqualina Catania della Spumar di Marrazzo resta alla bitta ed il trasporto dei rifiuti solidi urbani della “Isola Verde Servizi” a pochi mesi dal varo dei nuovi piani, rischia il naufragio.

La M/N Pasqualina Catania resta alla bitta ed il trasporto dei rifiuti solidi urbani rischia il naufragio. Sono ormai trascorsi alcuni giorni da quando il traghetto della Tra. Spe. Mar. di Marrazzo, ha temporaneamente sospeso il servizio da e per la terraferma dei compattatori delle municipalizzate AMCa, Pegaso, ed aderenti alla “Isola Verde Servizi”, a causa delle ordinarie scadenze annotate dall’Autorità Marittima Compartimentale sui libri di bordo. Al suo posto per riparare al momentaneo standby le motonavi della Traghetti Pozzuoli. Infatti per le normali ispezioni ed i controlli di routine come chiesto dal Comandante e secondo disposizioni normative, il Registro Italiano Navale ha condotto l’ordinaria visita ispettiva a bordo utile al prosieguo della regolare classe del battello. Intervento, questo, propedeutico alla rideterminazione dei termini di scadenza da parte dello Stato Maggiore della Capitaneria di Porto. E fin qui tutte operazioni sembravano essere regolari e senza grosse problematiche anche a seguito dei pareri espressi dagli ingegneri facenti parte organo certificatore. Ma nella parte finale delle operazioni di rilascio è venuto a mancare il nullaosta da parte dei rappresentanti della Tecnica dell’ Autorità Portuale di Napoli. Secondo indiscrezioni trapelate da fonti ufficiali in linea con Radio Banchina, pare che proprio nel corso dell’esercitazione di “Battello Veloce d’Emergenza” vi siano stati molte difficoltà e problematiche in fase di collaudo e di esercitazione da parte dell’equipaggio appartenente alla lista di bordo. Imprevisti tali da portare addirittura a rimandare il tutto ad una nuova visita ispettiva sulla nave. Una vista minuziosa in ogni reparto ed un nuovo collaudo di sicurezza e dotazioni in prova a mare da parte di tutti i componenti del mezzo e delle loro mansioni assegnate per tabella ministeriale.
Di sicuro nei prossimi giorni saremo a conoscenza della reale circostanza del fermo del traghetto, ma ciò allo stato sembra essere un problema che riguarda, da un punto di vista certamente commerciale, due aziende del settore dello shipping minore, in virtù del fatto che la Società affidataria del servizio della RSU per la terraferma è la Procida Lines degli armatori Cristiano Vassallucci ed Alfonso Capodanno, i quali sono stati indicati da uno speciale concorso di idee da parte degli amministratori e dei componenti consiliari delle municipalizzate ischitane coinvolte, quale reale alternativa, a detta degli stessi, al monopolio ed al disservizio imperante in tale settore, raggiungendo il solo scopo di uno sconto di prezzi, moltiplicando però i disagi e la sicurezza dei dipendenti e del proprio parco macchine. E’ proprio il caso di dire che, alla luce di quanto si è verificato sin ora da quando la società di trasporto marittimo dell’isola di “Graziella” è stata preposta per questo tipo di operazioni commerciali, le municipalizzate dell’isola Verde sono cadute dalla padella alla brace. Il sogno di adeguare il servizio con un naviglio tecnologicamente migliore ed un garage galleggiante più compatibile alle esigenze quotidiane rimane una chimera.
Ovviamente non ci stancheremo mai di scrivere la solita domanda a cui mai viene data riposta: come mai nelle vicine isole di Ponza e Ventotene il servizio viene affidato periodicamente al pubblico incanto alle Società di Navigazione Caremar e SNAP ( Società di Navigazione Arcipelago Pontine), con lo stesso naviglio adibito al traffico merci e passeggeri secondo opportune sistemazioni, quasi a costo zero, mentre nel golfo di Napoli viene negata questa opportunità a favore della sicurezza e del contribuente? Eppure in quelle acque territoriali vi è la stessa Italia nemmeno quella di Bossi e mentre qualcuno aspetta la “Devolution” qualche altro tenta di trasformare le municipalizzate società amatoriali che ora rimane un sogno ancorato ad una nave fantasma.